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APERITIVO DI STRADA - ws street                                                          

Sabato 19 novembre

"Street photography: cuore o cervello? Ore 9,20 del mattino. Piazza San Babila immersa nel grigiore di una giornata milanese fredda e piovosa. Un cappello di fotografi per passione sta ascoltando le parole di un maestro, un fotografo per passione e per professione. Cuore e cervello. E sono le stesse parole che usa Andrea, il maestro: cuore inteso come istinto, come sentimento, come estroflessione dello stomaco e cervello la tecnica, l’uso della macchina fotografica, la ricerca del risultato. Quando uno o l’altro prevale o travalica il proprio confine ecco il blocco, non riesci, non puoi cogliere l’attimo nel migliore dei modi.

Andrea ci assegna dei compiti. Per cominciare: fotografa una bicicletta rotta, trova la più bella bicicletta del mondo e cogli una bici che va veloce.

La bicicletta in velocità comincia a mettere in crisi qualcuno di noi che vorrebbe cogliere una bicicletta in movimento nel punto prefissato con un colore appropriato. Ecco che prevale il cervello che vorrebbe farti pescare un salmone d’acqua dolce nel mare salato. Se vai a pesca e trovi un grosso tonno cosa fai, lo perdi perché cerchi il salmone? E allora osservare, esplorare, muoversi con spontaneità senza essere prevenuti e senza ingessarsi in pose da fotografo “fotocentrico”, rischiando di attirare l’attenzione su di sé e di perdere l’attimo. Andrea ci corregge: “Se stai fermo immobile, è più facile che tu venga notato..”. E rischi di bloccare il flusso degli eventi, fai scappare i pesci. Chi si muove in bici e ti nota potrebbe fermarsi. E così pure le persone che passeggiano.

La pratica del secondo compito sarà una conferma a quest’aguzza verità. Identificare un cartellone pubblicitario o una vetrina e fare dieci scatti.

Davanti alla vetrina in quei dieci scatti accade di tutto. E ci accorgiamo tutti che più stai impostato a scattare, più le persone si fermano e si spostano di lato per farti fotografare la vetrina. “O tu con la giacca gialla, davanti alla vetrina con il tram giallo, mio soggetto atteso da minuti, ti ho perso perché mi hai notato!”.

Parte del terzo compito è stata per molti la più ardua: fermare uno sconosciuto e metterlo in posa per degli scatti da contestualizzare. C’è chi prenderà molti rifiuti, forse li ha inconsciamente cercati. C’è chi spiega troppo e perde tempo, c’è chi non si arrende e pur di non perdere un soggetto davanti al fumo del castagnaio, dopo un rifiuto, si rivolge al castagnaio stesso. C’è chi supera se stesso e cammina dritto verso un soldato, che si nega con gentilezza: “ Vorrei ma non posso”. “Ma è già un risultato”, dirà Andrea. C’è chi seduce e incuriosisce con lo sguardo la propria preda, che cade nel tranello e si concede a due scatti, c’è ancora chi fa un’offerta ad una mendicante per metterla in posa. E Andrea, sornione, che ci segue senza farsi notare, ci incalza e ci consiglia: prova a essere più mordace e non dare troppo tempo per pensare al tuo soggetto, con tempestività “scusa-posso-farti-una-foto-ti-metti-qui-in-posa-per-favore”? Non prendere mai nessuno alle spalle, né tantomeno persone che hanno in mano il proprio portafoglio o dei soldi, o ancora soggetti anziani che sono spesso vessati da richieste da parte di chiunque e quindi, solitamente, sono sulla difensiva.

Non so con quali risultati ma, chi più, chi meno, tutti noi oggi, ci siamo messi in gioco, provando a superare barriere, a dimenticare per un momento il proprio ruolo nella vita di tutti i giorni, a mettere un po’ di “sé” nelle immagini scattate e a calibrare con accuratezza, grazie ai consigli di Andrea, cuore e cervello sulla bilancia del sensore e, chissà, nella vita di ogni giorno."

Laura Frosali

 

 

Mercoledì 23 novembre

A conclusione delle due interessanti e stimolanti mattinate alle prese con la fotografia di strada, mercoledì 23 novembre ci siamo ritrovati in sede per le ore 21:00 ed insieme al Maestro Andrea, abbiamo esaminato i risultati.

E' stato davvero divertente vedere come Andrea ha saputo leggere non solo i singoli scatti ma il modo di fotografare di ognuno di noi e ad evidenziare quali punti migliorare e da dove cominciare a farlo.

Anche durante la serata ,moltissimi sono stati gli "indizi" da fare propri per migliorarsi ed imparare a slegare il cervello dal cuore per imparare a fotografare con la pancia, ricordandosi che:

"Fotografare rompendo le regole, è comunque fotografare con una regola".

Di nuovo Grazie Andrea, e arrivederci alla prossima occasione.

Luca Bossi

 

 

Il gruppo del sabato 12 novembre

 

Il gruppo del sabato 19 novembre


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